Pubblicato in - 2012-04-15 08:04:00
Non è mio costume crogiolarmi nelle tragedie, come stavolta.
Ma non si può non parlare di questa morte assurda, quella di un ragazzo silenzioso e tranquillo, chino nella sua sfortuna di figlio completamente orfano e fratello di due disabili da far tirare avanti da solo.
Non si può non parlarne proprio a coloro che intascano le tangenti dai corruttori delle scommesse per alterare le partite, di fronte ai furbi organizzati, quelli dei facili guadagni negli stadi di quel calcio nel quale i veri tifosi fanno (ahimè) la figura dei fessi perchè sono gli unici che ci credono, che la propria squadra ha vinto davvero sul campo.
Piermario Morosini no. Lui lo faceva davvero per necessità; sfruttando le sue doti di atleta, con quelle ha combattuto ogni giorno la sua battaglia per tirare avanti quel che resta della sua famiglia.
Non uno, ma due defibrillatori c'erano nello stadio di Pescara, ma il ragazzo non ce l'ha fatta.
Null'altro da dire, solo che un altro giusto se ne va a riposare coi suoi, lasciando noi nell'ammutolito sconforto ammirare i falsi atleti che dietro pagamento (lauto) compiono falsi eroismi in false gare al tramonto dello sport.
Massimo De Giorgi.