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Quarta Caffè Monteroni: Gialloblù immensi, ma l'impresa è solo sfiorata

Pubblicato in PRIMA SQUADRA - 2019-11-17 21:37:00

 

Pallacanestro Lupa Lecce (92): Durini (16), Calasso L. (8), Petraitis (22), Cvetanovic (29), Mocavero (1), Salamina (6), Di Salvatore, Gatta (n.e.), Zezza, Marinelli (10). All.: Sandro Di Salvatore

 

 

Quarta Caffè Monteroni (90): Errico (12), Pallara (8), Leucci (25), Povilaitis (15), De Sousa (13), Quarta S. (2), Vantaggiato (n.e.), Colaci (n.e.), Calasso G. (11), Zacchigna (4). All.: Sandro Argentieri

 

 

 

Parziali: 24-14; 15-25; 25-20; 22-27; 6-4

Progressivi: 24-14; 39-39; 64-59; 86-86; 92-90

 

 

Arbitri: Francesco Calisi di Monopoli (BA) e Domenico Ranieri di Mola di Bari (BA)

 

 

 

Sconfitta amarissima per la Quarta Caffè Monteroni nel derby con la Pallacanestro Lupa Lecce: i gialloblù hanno infatti sfiorato il “colpaccio” in trasferta, perdendo all’overtime con il punteggio di 92-90, al termine di un match equilibrato e in discussione fino al suono della sirena finale.

 

 

Le primissime battute di gioco erano in favore dei padroni di casa, incredibilmente precisi da ogni posizione e abili nel sfruttare le occasioni concesse dalla difesa monteronese. I tarantolati provavano a rispondere attaccando il cuore dell’area e caricando di falli gli avversari, ma i leccesi non indietreggiavano di un millimetro, guidati dalle offensive di Durini (16) e Lorenzo Calasso (8). Dopo i primi 10’, il tabellone recintava il perentorio parziale di 24-14.

 

Quello che poteva apparire un preludio di assolo firmato Lupa si trasformava ben presto in una carica monteronese: con pazienza, i giovani tarantolati affrontavano il secondo quarto con maggiore grinta e consapevolezza dei propri mezzi, trascinati da un Francesco Leucci (25) particolarmente vivace in fase realizzativa e dalle lotte sotto canestro di Audrius Povilaitis (15) e Malony De Sousa (13). L’energia dei viaggianti stordiva i giallorossi, decisamente meno precisi al tiro e in fase di costruzione di gioco rispetto al primo quarto. Dopo quasi 17’ di gioco, i ragazzi di coach Sandro Argentieri riuscivano a ricucire completamente lo strappo, caricando d’entusiasmo i numerosi e calorosi “Muntrunesi” al seguito. Il primo tempo andava quindi in archivio sul 39-39.

 

 

La chiacchierata negli spogliatoi permetteva ai rispettivi staff tecnici di riorganizzare le idee in vista di una seconda parte di derby che si preannunciava ricco di emozioni. I padroni di casa potevano contare su un Petraitis (22) in versione “Re Mida”, capace di trasformare in punti tutti i palloni toccati nei momenti centrali del terzo periodo: il tentativo di allungo della formazione leccese, tuttavia, doveva fare i conti con le iniziative di Gianluca Pallara (8) e Francesco Errico (12), come al solito fondamentali nei maccanismi di gioco dei monteronesi. Con due attacchi particolarmente prolifici, i tifosi sugli spalti potevano assistere ancora una volta ad un match dall’elevato tasso tecnico e divertente. Si entrava quindi nella frazione decisiva sul punteggio di 64-59.

 

La musica non cambiava nella quarta mini-frazione, con l’equilibrio a regnare sovrano. La NPM riusciva a trovare il vantaggio e ad assestarlo sulle cinque lunghezze per buona parte del quarto, grazie alle energie messe in campo dai giovani Giorgio Zacchigna (4), Gianmarco Calasso (11) e SimoneQuarta (2). A 39 secondi dal termine, Cvetanovic (29) inchiodava una micidiale schiacciata che valeva il parziale di 84-86. Il team griffato “Quarta Caffè” giocava intelligentemente con il cronometro ma non riusciva a piazzare il canestro del k.o. lasciando una speranza ai padroni di casa: sul ribaltamento di fronte, lo stesso Cvetanovic riusciva a conquistare due tiri liberi, senza riuscire tuttavia a realizzarli. Sul secondo errore del serbo, si apriva un incredibile carambola a rimbalzo che premiava nuovamente il lungo in casacca giallorossa, ancora una volta chiamato a confrontarsi con un doppio giro in lunetta: nonostante la pressione della posta in palio e degli errori precedenti, Cvetanovic realizzava il 2/2 che rimetteva il match in parità a 8” dal termine.

 

I gialloblù, dopo un time-out, organizzavano un’azione precisa che metteva Povilaitis a tu per tu con il canestro, fermato da un netto fallo della difesa leccese: gli arbitri, pur ravvedendo l’irregolarità, sancivano la conclusione dei tempi regolamentari, con il fallo avvenuto a loro dire qualche centesimo di secondo dopo il suono della sirena.

 

Con un finale da cardiopalma, i cinque minuti supplementari regalavano ancora spettacolo, nonostante le squadre fossero ormai in “riserva” di energie fisiche e mentali. Simone Salamina (6) realizzava un prezioso en-plein a cronometro fermo, spezzando l’equilibrio sul 92-89, mentre nell’azione successiva Francesco Leucci doveva sfortunatamente accontentarsi di un 50% dalla lunetta. I viaggianti potevano comunque provare a ribaltare il punteggio o perlomeno a prolungare ulteriormente la sfida, ma il tentativo sotto canestro dello stoico Leucci era ben ostacolato dalla difesa giallorossa, mandando i titoli di coda sull’incontro.

 

 

Mai come oggi, la Quarta Caffè ha sfiorato il colpo grosso nella tana dei lupi. Una prestazione immensa dei gialloblù che non può essere scalfita dal punteggio finale: l’orgoglio, il coraggio e il talento messo in campo dai ragazzi di coach Sandro Argentieri sono la parte più bella di questo sport, anche quando “Davide” si ferma ad un millimetro dal mandare al tappeto “Golia”.

 

Un'altra pagina di storia del basket salentino è stata scritta, con uno spettacolo in campo e sugli spalti, grazie ai tifosi gialloblù straordinari nel dare la carica ai propri beniamini. Un plauso va ai vincitori, bravi a rimanere freddi nei momenti catartici e protagonisti anche loro dell’appassionata sfida andata in scena al Pala “Ventura”.

 

 

L’amarezza è tanta, ma la voglia di riscatto ancor di più: la consapevolezza che il collettivo tarantolato possa crescere esponenzialmente diviene sempre più forte. Anche di fronte ad una sconfitta non si può che essere orgogliosi di questi ragazzi, semplicemente straordinari e pronti a ripartire già nei prossimi impegni.

 

 

Matteo LEO (foto di Mino LEO)

 

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