Pubblicato in - 2015-03-12 07:02:00
Una certa riscoperta del mito, nei momenti di maggiore mediocrità della vita umana, è certamente una forma di innalzamento verso valori più alti della brutta realtà quotidiana.
Più l'umanità si abbassa verso una realtà poco qualificata o qualificabile, più nel segreto della solitudine i sensibili anelano a esempi di superuomini a cui rivolgere lo sguardo deluso dall'attualità.
Cosicchè ci siamo decisi, dopo tre anni di colpevole inattività, a dedicare mezza giornata (meno non si poteva) al grande Gabriele Capoccia il quale ha dedicato una vita allo sport ed in particolare al basket.
Ma la cosa non deve fermarsi qui, o almeno non dovrebbe. Perchè se da questi uomini retti, per noi degli eroi, non traiamo insegnamento e non guardiamo al futuro come loro ci hanno precisato nei fatti, il tutto si risolve in sterili celebrazioni di grandi esempi omettendone la parte più importante: la dedizione alla costruzione del futuro.
Come fecero i postfascisti ed i postcomunisti, che idolatravano il duce piuttosto che stalin e, rivolti al passato, perdendosi il presente non costruivano il futuro. Bell'esempio ai posteri.
Lecce, infatti, non si sveglia perchè non si vuole svegliare. Celebriamo degnamente i nostri eroi senza fare tesoro del loro insegnamento più importante: fai e costruisci per il tuo sport. Potrebbe essere deludente se la realtà fosse questa.
Così come mitizzare alcuni atleti NPM inevitabilmente ha messo contro la realtà del tutto umana e non sempre esteticamente gradevole la comunità monteronese. Fare e migliorare, questa la politica giusta. Siamo tutti uomini, è passato il tempo del mito dei semidei.
Così come, passando al concreto, sarebbe davvero deludente per chi ha messo tanto del suo denaro in campo, scoprire a fine stagione che una certa situazione societaria non è affatto migliorata e le nuvole che egli stesso ha scacciato ad inizio anno sono già tornate nere come prima.
Il temporale sarebbe inevitabile.
Logicus.